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25/03/2022

Con la benna granulatore CBA di Simex, nuova vita al fresato d’asfalto

Testo di: Daniela Stasi

Approfondimento tecnico sulle nuove benne granulatore per asfalto CBA di Simex, che consentono di tradurre in operatività e risparmio la norma sul fresalto d'asfalto. Per non considerarlo più come un rifiuto, ma come una risorsa da impiegare nuovamente o reimmettere nel ciclo di produzione del conglomerato bituminoso. Ne abbiamo parlato con il responsabile Marketing e Comunicazione Alessandro Ferrin. Non solo, abbiamo fatto un salto in Estonia per vedere l'attrezzatura al lavoro e siamo ritornati in Italia per guardare da vicino la normativa

Le aziende che innovano per davvero, quelle che sono in grado di prevenire le tendenze del mercato e di risolvere i problemi ancor prima che si presentino, hanno la capacità – non così comune – di prendere spunto da tutto ciò che accade intorno a loro. È il modus operandi di Simex, la cui nuova gamma di benne granulatore per asfalto CBA è nata in seguito alla normativa sul fresato d'asfalto, che suggella il passaggio di questo materiale da rifiuto a risorsa.

Per comprendere appieno le enormi possibilità date dalla normativa, ecco i dati ufficiali comunicati recentemente da Siteb, l’associazione che raggruppa i principali operatori del settore stradale e delle membrane impermeabilizzanti: ogni anno in Italia si producono quasi 10 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso di recupero, cifra che corrisponde a circa il 18% di tutti i rifiuti da C&D (Costruzioni e Demolizioni).

Per approfondire, ci siamo mossi in due modi diversi: abbiamo intervistato Alessandro Ferrin, responsabile Marketing e Comunicazione di Simex, e abbiamo osservato al lavoro la CBA fuori dai confini nazionali, in Estonia. Pronti a saperne di più? Partiamo.

 

 

CBA, traduzione operativa di una nuova norma

Iniziamo col dire che la nuova gamma di benne granulatore per asfalto conta due modelli: CBA 30 per escavatori da 18 a 28 tonnellate e CBA 40 per il range 25-40 tonnellate. Perché Simex ha deciso di focalizzare l’attenzione proprio su un materiale come l’asfalto? Le risposte sono due, di cui una già spoilerata sopra.

Secondo il decreto ministeriale 69 del 18 marzo 2018, infatti, il fresato d'asfalto può cessare di essere qualificato come rifiuto per diventare granulato di conglomerato bituminoso (nella foto a destra), una risorsa da impiegare nuovamente o reimmettere nel ciclo di produzione del conglomerato bituminoso (in fondo all’articolo, l’approfondimento normativo). Prendendo spunto dalla norma, l’azienda di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, ha creato così le nuove attrezzature, progettate specificamente per la riduzione volumetrica in situ del conglomerato bituminoso o di altri aggregati da cantiere.

A stimolare l’ideazione della nuova gamma non è stata solo l’entrata in vigore del decreto: la sua creazione è stata incoraggiata dall’ascolto attivo dei propri dealer e delle imprese, che tutti i giorni hanno a che fare con nuove esigenze applicative, restrizioni normative, vincoli amministrativi e costi per lo smaltimento dei materiali.

 

Mix tra tamburo fresante e tecnologia delle benne frantumatrici a rotore, ecco la gamma CBA, un brevetto Simex

Per lo sviluppo delle benne granulatore per asfalto CBA, il comparto R&D di Simex ha unito il concetto di tamburo fresante alla tecnologia delle benne frantumatrici a rotore.

Qui di seguito le caratteristiche che contraddistinguono la CBA 30 e la CBA 40:

•          il tamburo cilindrico composto da denti intercambiabili, azionato da motori idraulici a pistoni radiali di grande cilindrata, in presa diretta;

•          la presenza di una griglia posteriore configurabile per diverse granulometrie del materiale in uscita, per soddisfare le caratteristiche richieste al fresato dalle normative vigenti nei vari Paesi. Il risultato è una tipologia di riciclato con granulometria misurabile e certificabile;

•          il sistema automatico che inverte la rotazione del tamburo in caso di bloccaggio, a garanzia di un’elevata produttività e dell’azzeramento dei tempi morti.

Tra i molteplici vantaggi: la riduzione dell’acquisto di nuove materie prime, l’abbattimento dei tempi e dei costi legati al trasporto e, ancora, l’ottimizzazione delle dinamiche logistiche ed economiche del cantiere. Il tutto con uno sguardo particolarmente attento all’impatto ambientale.

 

L’intervista ad Alessandro Ferrin di Simex

Alessandro, le attrezzature Simex sorgono da un ascolto attento del mercato: da dove nasce concretamente l'idea della CBA? Da un'esigenza o da un'aspettativa da parte del mercato?

Probabilmente da entrambi gli aspetti. Da un lato dall’aspettativa del mercato, che ha trovato concretezza normativa nel decreto 69/18, che ha finalmente sancito il concetto di End of Waste, ossia di “fine rifiuto” del fresato d’asfalto e della sua riqualifica in veste di granulato di conglomerato bituminoso. E dall’esigenza degli operatori del mondo della manutenzione stradale e delle pavimentazioni che quotidianamente si ritrovano a dover trattare, movimentare e conferire tonnellate di conglomerato bituminoso derivante da demolizioni, asportazioni e scarifiche. 

Puoi spiegarci nel dettaglio perché un'impresa dovrebbe dotarsi di questa tipologia di attrezzatura? Quali sono i vantaggi operativi concreti che possono risultare dal suo impiego?

Per due ragioni principali, anzi tre. In primo luogo, per l’evidente abbattimento dei costi. Il concetto di RAP, reclaimed asphalt pavements, molto diffuso nel mondo anglosassone, ruota proprio intorno alla riduzione dei costi, legati sia all'acquisto di nuova materia prima che alla movimentazione della stessa. Quest’ultima è la seconda ragione, che è anche di carattere operativo, interessando la movimentazione dei materiali su ruota. La riduzione volumetrica in sito delle lastre di asfalto asportate (nella foto a sinistra) garantisce infatti pieni carichi e una riduzione dei viaggi di mezzi pesanti. Infine, ma non per ordine di importanza, un occhio di riguardo per l’economia circolare: recuperare i conglomerati bituminosi stradali ha un risvolto benefico sull’impatto ambientale. Le pavimentazioni stradali possono essere rigenerate diverse volte, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Ottimizzare la produzione di asfalti, tramite la reintroduzione nel ciclo di produzione del RAP, è ora possibile e quanto mai necessario per centrare gli obiettivi minimi di salvaguardia ambientale, recuperando quello che fino a pochi anni fa era considerato un rifiuto e non una risorsa. 

L'attrezzatura è protetta da brevetto, tra le varie caratteristiche tecniche quali sono le più innovative e le uniche per questa tipologia di prodotto?

Sicuramente la scelta di coniugare il concetto di tamburo fresante alla tecnologia Simex delle benne frantumatrici a rotore. La benna presenta un tamburo cilindrico composto da denti intercambiabili, azionato da motori idraulici a pistoni radiali di grande cilindrata, in presa diretta. La disposizione dei denti sul tamburo è studiata per garantire una miglior presa sulle lastre di asfalto in entrata, ottimizzandone la resa e la produzione di riciclato. Infine, la griglia posteriore, facilmente sostituibile e configurabile, che determina la granulometria del materiale in uscita, adattabile in base alle richieste specifiche dell'operatore e del suo mercato di riferimento. 

Puoi darci qualche numero sulla produzione realizzata dalla CBA?

Dipende naturalmente da diversi fattori, in primis dalla natura del materiale, come banalmente anche dall’umidità e dalla temperatura. Posso citare alcune medie di produzione calcolate sui dati rilevati presso alcuni cantieri e siti di stoccaggio: con la CBA 30 e griglia posteriore per pezzatura 0-20 mm, su lastre d'asfalto, la produzione media è di 38-45 ton/ora, mentre con la CBA 40 si ha una produzione di circa il 20% superiore. Con altre tipologie di materiale, ad esempio con calcestruzzo non armato e inerti, con la CBA 30 abbiamo rilevato valori compresi tra le 28 e le 32 ton/ora. 

Dal lancio, lo scorso anno, come è stata accolta la CBA sul mercato, sia in Italia che all'estero?

L’accoglienza è stata più che soddisfacente nonostante questa gamma di prodotto sia disponibile da pochi mesi. Riceviamo ottimi feedback non solo in Italia, ma anche dal nord Europa, dove già da anni si guarda con interesse alla riduzione volumetrica a granulometrie certificabili, in un’ottica di recupero e riutilizzo dei materiali di risulta.

Quali sono le vostre aspettative per il futuro prossimo?

Se ci riferiamo al comparto legato al riciclaggio, alla demolizione ma anche al settore agricolo ed al florovivaismo, l’impressione è che la richiesta di benne di questo tipo sia in netto aumento. Mi riferisco ad attrezzature spendibili nella riduzione volumetrica come nella selezione, bonifica e vagliatura di diverse tipologie di materiali. Ciò è dovuto a diversi fattori. Una maggiore sensibilità degli enti locali, come degli operatori del settore alle tematiche legate all’economia circolare. Un quadro normativo che stimola questi settori ad avere un approccio ben diverso rispetto anche solo a pochi anni fa rispetto al recupero, riqualificazione e riutilizzo di materia prima. Non ultimo, un contesto economico e politico in continua evoluzione, che incide sul fabbisogno energetico, sui costi di lavorazione, sul reperimento della materia prima.

Avete in progetto di ampliare la gamma?

I due modelli di cui si compone attualmente la gamma hanno dimostrato di soddisfare la gran parte delle richieste ricevute, in termini di accoppiamento alla macchina motrice e produzione oraria. Sicuramente la gamma andrà a completarsi per rispondere anche a esigenze diverse, per escavatori ad esempio sotto alle 18 ton.

 

CBA 30 al lavoro nei Paesi Baltici

Per toccare con mano l’operatività della nuova gamma, ci spostiamo al nord, nei Paesi Baltici, dove l’azienda AS Baltem di Peetri, alle porte di Tallin, capitale dell’Estonia, ha utilizzato la benna granulatore per asfalto CBA 30 per soddisfare le esigenze di un proprio cliente che aveva la necessità di ridurre volumetricamente grossi volumi di lastre di asfalto, accumulate nel tempo nel proprio deposito. La possibilità di ottenere una granulometria certificabile grazie alla griglia posteriore della benna ha consentito infatti di realizzare un fresato di conglomerato bituminoso con granulometria compresa fra 0 e 30 mm, così come richiesto dall’utilizzatore finale.

In questo modo, oltre ad evitare consistenti costi per il trasporto e stoccaggio del materiale in siti dedicati allo smaltimento, si è ottenuta una granulometria in uscita certificabile. Quest’ultimo aspetto, in particolare, ha consentito di avere un fresato asfaltico che può essere conferito negli appositi impianti di produzione di conglomerato bituminoso. Un rifiuto è stato così trasformato in una risorsa, e a ringraziare sono sia l’economia di cantiere, sia l’ambiente.

 

Approfondimento normativo per il mercato italiano

Il D.M. 69 del 18 marzo 2018 contiene il “regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di conglomerato bituminoso”. Nello specifico, presso l'impianto autorizzato (in procedura ordinaria o semplificata) che ha ricevuto il rifiuto, si deve attuare il processo per la sua trasformazione in End of Waste ovvero "fine rifiuto" o "materia prima seconda", anche se questa dizione, di uso comune, è considerata impropria.

Secondo il DM 69/18, il fresato d’asfalto prende il nome di "granulato di conglomerato bituminoso", cessando di essere qualificato come rifiuto, se:

1) è utilizzabile per produrre miscele bituminose a caldo, miscele bituminose a freddo, o per produrre aggregati legati idraulicamente e non legati;

2) il materiale viene sottoposto a test di cessione che non deve superare i valori limite dei 19 parametri indicati dalla tabella b.2.2 del DM. Deve inoltre essere controllato anche il contenuto degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e dell'amianto in conformità alla tabella b.2.1 del DM;

3) vengono determinate le caratteristiche prestazionali (presenza di materie estranee, distribuzione granulometrica secondo EN 933-1 e natura degli aggregati secondo EN 932-3).

 

Le caratteristiche tecniche della gamma CBA

CBA 30

Peso consigliato escavatore: 18-28 ton   

Capacità benna (SAE): 0,8 mc   

Peso benna vuota: 2.170 kg   

 

 

CBA 40

Peso consigliato escavatore: 25-40 ton   

Capacità benna (SAE): 1,0 mc   

Peso benna vuota: 2.900 kg   

 

 

 

 

Guarda il nostro video sulle benne granulatore per asfalto CBA girato nella sede Simex

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